Escursione impegnativa, tipicamente “cross country” alla scoperta delle cinque terre. (km 36 – disliv. + 1300 circa)

La nostra escursione inizia dal parcheggio (q.160) situato lungo la provinciale 370 delle cinque Terre tra Riomaggiore e Manarola. Percorrendo un tratto della strada provinciale raggiungiamo il tipico paesino di Volastra con i suoi terrazzamenti coltivati che degradano verso il mare. Quì parte una larga forestale che sale fino al Colle del Telegrafo e poi, seguendo una strada attualmente chiusa al traffico, al Bivio di Bramapane (Quota 627 metri). A questo punto abbiamo affrontato la salita più lunga dell’itinerario, 600 metri di dislivello + in 16 km. Lungo questo tratto, poco prima di arrivare al Colle del Telegrafo, con una piccola deviazione (1 km in più e 80 m. di dislivello +) si può raggiungere il Santuario della Madonna di Montenero. Dal piazzale di questo santuario si gode una vista mozzafiato sulla costa dall’Isola Palmaria alla Punta del Mesco e sulle Cinque Terre,




Dal bivio di Bramapane prendiamo il sentiero marcato Alta Via delle Cinque Terre, un tratto impegnativo che tenendosi in quota sopra il mare permette di attraversare in fuoristrada la dorsale che sovrasta il litorale ligure. Pedaliamo su superfici che si alternano tra radici, rocce e terra, single-trak che tagliano le montagne,brevi “strappi” ripidi , continui sali-scendi. In alcuni tratti il “portage” è obbligatorio. Pur rimanendo nel bosco, il percorso, ogni tanto regala panorami sia sul mare che sulla dorsale Appenninica.


Al Passo del Termine (q.542 – km 29 – disl.+1150) finisce il tratto lungo l’Alta Via e ritroviamo la strada asfaltata che seguiamo per un breve tratto, fino al Santuario di Soviore affacciato sul mare di Punta Mesco. Non ci rimane che scendere a Monterosso, le fatiche non sono finite: la discesa seguendo una storica mulattiera (2467 metri di lunghezza e 460 metri di dislivello -) mette a dura prova le nostre braccia e le nostre sospensioni!

Raggiunto il borgo di Monterosso non ci rimane che mettere le ruote sulla sabbia e le famose acciughe sotto i denti prima di “imbarcarci “su un treno per fare ritorno a Manarola.







